iMarito

Ebbene sì, ho ceduto alle lusinghe degli esperti di marketing di Cupertino, mi sono messa pazientemente in fila e, dopo circa otto ore davanti alle porte dell’Apple Store, mi sono aggiudicata un esemplare di iMarito.

Non che non fossi soddisfatta del mio vecchio marito: solido, affidabile, tollerante: tutto sommato un gran bel pezzo di hardware. Non proprio di ultima generazione, ma comunque dotato di una serie di funzionalità a tutt’oggi di grande attualità: un’autonomia di tutto rispetto che mi permette di lasciarlo solo per periodi fino ad una settimana senza che il grado di abbruttimento superi la soglia di guardia, una discreta quantità di opzioni di configurazione che consente un’agevole memorizzazione delle mie preferenze, un’ottima tolleranza d’errore.

Mi ero un po’ stancata del suo look & feel un po’ severo, immutato negli anni, del suo touch screen ancora brillante, ma leggermente segnato dal tempo, dei tempi di risposta talvolta un po’ lenti, specialmente per operazioni complesse quali la navigazione, e mi sono fatta coinvolgere nell’hype sollevato dall’introduzione sul mercato della novità dell’anno: l’iMarito. Moderno, elegante, con un touch screen liscio e sexy; almeno negli articoli quasi isterici della stampa specializzata, proprio quello che ci vuole per far morire d’invidia tutte le amiche con i loro maritucoli che riescono sì e no a fare una telefonata, spedire un sms e, se proprio va bene, scattare una foto.

Detto: fatto. Senza farmi spaventare dal prezzo un po’ salato (dopotutto, diciamocelo, si tratta solo di un marito), mi sono accaparrata un ambitissimo esemplare di iMarito e sono corsa a casa per spacchettarlo in tranquillità: all’Apple Store mi avevano assicurato che lo spacchettamento successivo all’acquisto gioca un ruolo fondamentale nella customer experience. Avevo già preparato tutto: luce soffusa, aperitivo, musica soft: d’altra parte il mio Apple store di fiducia mi aveva garantito che ci sarebbero voluti non più di cinque minuti per l’attivazione e non volevo farmi cogliere impreparata. Be’, che dire, la pubblicità aveva ragione: sono rimasta folgorata dalla fluidità delle animazioni, un’esperienza completamente nuova, grazie a Core Animation, una delle tecnologie di base del sistema operativo.

La configurabilità è molto estesa e mi sono dovuta armare di una discreta dose di pazienza per impostare tutte le mie preferenze. Il display ha le stesse dimensioni di quello del vecchio marito e mi ci sono voluti solo pochi attimi per abituarmi al nuovo concetto di navigazione, anche se non ho notato particolari differenze tra i due modelli nella velocità di esecuzione. Mi ha un po’ preoccupata il fatto che sia stato necessario un reboot dopo poco tempo, cosa che col vecchio modello si era verificata molto raramente.

Passato l’entusiasmo dell’acquisto, è cominciata la fase di convivenza e, con lei, sono arrivati i primi problemi: il display così liscio ed elegante ha già il primo graffio e comincia pericolosamente a somigliare a quello del primo marito. La somiglianza, purtroppo, si ferma qui e non comprende l’autonomia; al ritorno da una giornata di lavoro un po’ più lunga del solito l’ho trovato in stato semicomatoso sul divano: finita la scorta di patatine, non aveva trovato altro da mangiare e aveva avuto un calo di pressione. Di navigazione autonoma, non se ne parla; da quando sono passata all’iMarito, mi tocca arrangiarmi da sola con le cartine, mentre lui, al massimo, mi fa ascoltare un po’ di musica per distrarmi dal fatto che fa gli occhi dolci alle mie amiche. A proposito amiche: sembra che nel suo passato ci sia una certa dottie, con la quale mi devo spartire i diritti di moglie.

Mi sa che domani lo metto all’asta su ebay e riattivo il vecchio marito…

17 pensieri riguardo “iMarito

  1. Mai comprare iMariti alla release 1.0, meglio aspettare i primi bug fix della release 1.1. E poi, scusa… , ma un iMarito non si compra mai – dico mai – d’estae a campionato di calcio fermo. Ma scherziamo? E se quello poi ti va in crash tutte le domeniche pomeriggio che fai? Paghi l’estorsione della Apple protection?

  2. Uahuah, placida, il vecchio marito è un po’ lento di riflessi 😎 ma glielo posso proporre…

    chiara, che ne so io che è “i”?! Però, ormai, se non ha l’i davanti non è figo, tutti ne parlavano e volevo provare anch’io… (sì, hai ragione, quello di “dottie” è un po’ troppo da insider, però ci stava)

    camillo, hai ragione su tutta la linea… questa versione dell’iMarito, più che una 1.0 mi è sembrata una beta 🙂

  3. Chiara… domani sarò meno criptica, oggi è stata un’altra di quelle giornate che non finiscono mai e ora vado a nanna ché mi crolla la palbebra…

  4. ahahahah 🙂 Fantastico Post complimentoni.

    Il punto è: “quanto il tuo hardware è compatibile con l’iMarito?”. Guarda che per funzionare bene devi avere una dotazione di ram di tutto rispetto, una cpu superveloce, e un paio di woofer con i contromeloni. Tu ce l’hai tutto questo? Se non ce l’hai è inutile che ti compri l’attrezzo innovativo! Tanto poi non ci puoi fare un fico! OH!

    Lega per la protezione degli iMariti 🙂

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