E parliamone

Parlo, non parlo. Ora glielo dico in faccia, ma no, dai, che poi si offende, o magari chissà che viaggi che si fa. Sì, però, così non va bene. Non è giusto neanche tacere, insomma, almeno se lo dico mi sento meglio io. Poi se capisce, bene, se non capisce, problema suo.

Sì, ma tu sei matura, responsabile, intelligente, devi essere superiore a queste faccenduole e poi, ma chi te lo fa fare di andarti a cercare la discussione a tutti i costi? Vivi e lascia vivere, no? Eh, dici bene, tu, “vivi e lascia vivere”… e a me, chi ci pensa? Insomma, lascia vivere di qua, lascia correre di là, con ‘sta scusa del piffero la patata bollente continuo a tenermela stretta io. Massì, tanto io sono forte, io sono matura, io sono superiore… ma dove sta scritto? Mi sarei rotta un po’ i coglioni, io, di essere matura, eccetera eccetera. Vorrei mettermi anch’io qui a sedere in questo angolino e concedermi i miei cinque minuti di beato infantilismo pubblico e indisturbato. Che, magari, se butta bene, mi becco anche due coccole di straforo.

Ecco, l’ho scritto e già mi sento meglio. Il fatto poi che il correttore automatico di word abbia fatto dei miei coglioni dei ciglioni mi ha riportata sul pianeta terra. Mi piacerebbe parlare con quel ciglione (e t’ho fregato, ho scritto “ciglione” invece di quell’altra brutta parola con la “o”) che ha redatto il dizionario italiano di word. Niente parolacce, siamo americani. Che poi l’italiano senza parolacce è un italiano monco, anzi, castrato. Non è come il tedesco, che se vuoi offendere veramente qualcuno lo mandi a scoparsi il ginocchio. Il ginocchio? Il ginocchio. Oppure, se proprio devi esprimere il tuo più profondo disprezzo, gli dai del “segaiolo” (per la cronaca: word accetta “scopare” anche riflessivo senza fare una piega e per “segaiolo” non trova un sostitutivo – e vorrei anche vedere…).

Va be’, non c’entrava nulla. Però mi sento meglio. Ora tiro un bel respirone, mi sistemo la giacchetta da donnamanager e torno a fare la persona matura…