C’era una volta un SPD con Schröder (il “Genosse der Bosse”, il compagno dei boss intesi come capitani d’industria) che governava con piglio quasi neoliberale la Germania del dopo Kohl. Schröder non è più cancelliere, i verdi sono spariti alla ricerca di un nuovo logo, ora c’è Angie, alla guida di una grande coalizione, quella fra CDU ed SPD, contraddistinta dall’assoluta mancanza di idee, a parte quella di alzare le tasse. È sparito anche Müntefering, che si è dimesso dal governo per essere vicino alla moglie seriamente malata ed ora Angie deve vedersela con un SPD che, nel tentativo di rimescolare gli equilibri politici e darsi un profilo, si lancia alla riscoperta del socialismo.
È uno spettacolo (una Posse, appunto) obbrobrioso, il cui protagonista è Kurt Beck che, finalmente liberatosi di Müntefering, ci offre un paio di assaggini di delirio populista: qualche settimana fa ci ha martoriati con l’auspicata introduzione del salario minimo per i postini e con il prolungamento del pagamento del sussidio di disoccupazione per i disoccupati più anziani (facendo retromarcia su una delle poche riforme del governo precedente), ma è di ieri la proposta più aberrante: un disegno di legge per impedire il pagamento di buoneuscite milionarie ai manager di imprese private, una proposta inutile e populista, che fa leva sulla Schadenfreude del popolino ed ha come unico fine distrarre potenziali elettori dall’agghiacciante spettacolo di una classe politica alla deriva.